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Come incrementare il fatturato operando sul fatturato “latente”

Tra le varie strategie volte ad aumentare il fatturato di un’azienda di servizi è frequente sentir parlare di fidelizzazione del cliente, tecniche di cross-selling e up-selling, tattiche per aumentare la base clienti, funnelling e via discorrendo. Ognuna di queste strategie è valida ed è doveroso per chi ha la responsabilità della direzione commerciale valutarle attentamente. Tuttavia, ognuna di queste strategie richiede un’analisi preventiva, la definizione di un piano, l’assegnazione di un budget, l’implementazione del piano stesso e una successiva verifica. Tutte attività che richiedono un arco temporale medio-lungo e, inevitabilmente, dei costi. Ma se fosse necessario incrementare il fatturato con urgenza, ottenendo dei risultati concreti nel brevissimo periodo, senza avere a disposizione uno specifico budget?

Una possibile strada può essere quella di lavorare sul fatturato “latente”, ipotesi per la verità troppo spesso trascurata, forse perché data per scontata ma che scontata, a guardar bene, non è.

Definiamo fatturato “latente” o “potenziale” quell’ammontare di fatturato che potrebbe diventare tale se solo venisse… fatturato. Al di fuori del gioco di parole, stiamo parlando di tutte le attività già eseguite per il cliente ma non rendicontate e, di conseguenza, perse.

Da uno studio condotto da TIQ e London Business School è emerso che nelle imprese di servizi il 15-20% delle attività eseguite non viene rilevato e quindi non viene fatturato: su un campione di aziende di servizi, solo il 18% degli intervistati (professionisti, consulenti di comunicazione, webmarketers etc) dichiara di rilevare le ore lavorate su base giornaliera. Il 40% afferma di farlo due volte a settimana e il rimanente 22% solo una o due volte al mese.

I risultati sono inesorabili: 4 partecipanti su 10 ritengono di tenere traccia in modo accurato (per una percentuale che si attesta tra il 90% e il 100%) delle ore passate a lavorare per un cliente. Il restante 60% registra una perdita di ore fatturabili che va dal 10 al 30%, che tradotto in termini di fatturato significa perdere una quota pari a una variabile compresa tra il 10% e il 20% del totale.

Si tratta di fatturato già realizzato, precedentemente commissionato dal cliente, il quale non ha tendenzialmente alcuna obiezione a vederlo riportato in fattura. E’, in altri termini, fatturato “latente”: attività eseguite, perfezionate, ma “perse” nel triangolo delle Bermuda della rendicontazione.

E’ evidente quindi come un’attività di time-tracking precisa e puntuale possa tradursi in un beneficio concreto, immediato e a costo zero sull’incremento di fatturato dell’azienda.

Per tutti questi motivi InvoiceBuddy è particolarmente adatto per tutte le realtà che lavorano nel mondo dei servizi, consente infatti di registrare in tempo reale tutte le attività svolte.

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Grazie al modulo integrato di registrazione delle attività è possibile registrare le attività svolte a consuntivo per il cliente, le ore impiegate o gli importi forfettari concordati. Con una procedura immediata possono essere riportate in fatturazione ed è possibile generare la fattura in pochi istanti, senza più perdere attività lavorate e da rendicontare.

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